Libri di viaggio: 15 proposte di lettura per viaggiare stando comodamente seduti sul divano

Libri di viaggio: 15 proposte di lettura per viaggiare stando comodamente seduti sul divano

Anche chi ama viaggiare, non sempre può farlo quanto vorrebbe. Tra lavoro e impegni vari, le ferie a volte sembrano non arrivare mai. Altre volte ci sono cause di forza maggiore che ci costringono a rimanere a casa anche quando avremmo del tempo libero, ma la voglia di viaggiare rimane. E allora quale idea migliore se non quella di dedicarsi alla lettura di un libro di viaggio e ritrovarsi con la mente in luoghi esotici e lontani, stando però comodamente seduti sul proprio divano?

Ho chiesto aiuto ad altri blogger e ho raccolto ben 15 suggerimenti, 15 libri di viaggio che raccontano le esperienze vissute in prima persona dagli autori stessi o da personaggi di fantasia nati dalle loro penne. Ce ne è davvero per tutti i gusti!

I viaggi di Jupiter di Ted Simon

Valentina, blogger di Clic my Trip, consiglia “I viaggi di Jupiter” del giornalista britannico Ted Simon.

Un giro del mondo all’apparenza come molti, quello compiuto da Ted Simon. Ma è un’avventura che al solo parlare di numeri assume uno status di straordinarietà: 4 anni, 5 continenti, 48 nazioni. 

E poi ancora: 500, i centimetri cubici della cilindrata della Triumph Tiger che ha condotto l’autore, giorno dopo giorno, un danno al motore dopo l’altro, di confine in confine.
Il 1973: l’anno in cui tutto è iniziato, un anno connotato da guerre, rivoluzioni, tensioni.
Quasi 50: gli anni trascorsi da quell’impresa che tutt’oggi parrebbe epica.

Ed infine… 1: un solo partecipante, in questa corsa. Una traversata del mondo in solitaria che ci presenta un uomo, il suo coraggio, la sua fragilità, la sua tenacia. Un pellegrinaggio che ci parla di Ted, e nel contempo di noi tutti.

“I viaggi di Jupiter” è un libro da leggere perché è travolgente, è l’emblema del viaggio quello vero: il viaggio “di contatto”, senza staccare i piedi dal suolo, mangiando polvere e intrisi di pioggia, arsi dal sole e con le narici inondate dagli odori del mondo, ma sempre lì, presenti, in stretta e viscerale connessione con ciò che scorre ai lati della carreggiata e sotto di noi.

Il Parnaso ambulante di Christopher Morley

Francesca, blogger fiorentina dietro le quinte del blog A spasso con i boys, consiglia “Il Parnaso ambulante” di Christopher Morley.

“Il Parnaso ambulante” è un libro che mi ha subito incuriosita per il titolo un po’ strano. È una storia pubblicata nel 1917 ed ambientata nella Nuova Inghilterra, dove la giovane Elena McGill si occupa della fattoria di famiglia, mentre il fratello Andrew decide di abbandonare l’agricoltura per dedicarsi alla scrittura. Un giorno compare in fattoria Roger Mifflin, un piccolo uomo dalla barba rossa alla guida di un Parnaso ambulante, una sorta di libreria viaggiante. Elena, frustrata dalla propria vita monotona e invidiosa del fratello che vuole essere un “uomo di lettere”, compra il Parnaso per iniziare una nuova avventura. Inizia così a girare per le bucoliche campagne tra il Maine e la Florida, accompagnata dal buffo Sig. Mifflin, professore e poeta, per diffondere l’amore per i libri agli abitanti della zona.

Inseguita dal fratello che non si rassegna di aver perso la sorella che lo serviva, Elena rinascerà in quest’avventura on the road e diventerà la paladina della ribellione predicando l’amore per i libri.

Ciò che ho più amato di questo romanzo è che si tratta di un libro che parla di libri ed in cui il parnaso diventa una carovana di cultura, con il Sig. Muffin che racconta strane storie ed offre spunti di riflessione sul valore dei libri. È un testo scritto in modo semplice, allegro ed elegante, dove alla fine l’amore vince su tutto.

Forse la conclusione è un po’ troppo accelerata, ma rimane un libro piacevole, che trasporta il lettore in un mondo di altri tempi e soprattutto vuole far capire che i libri sono ovunque e fruibili da tutti.

In Patagonia di Bruce Chatwin

Antonella, che scrive sul blog I viaggi dell’Anto, propone “In Patagonia”, diario del viaggio fatto in Cile ed Argentina dallo scrittore inglese Bruce Chatwin.

“In Patagonia” è il libro che racchiude al meglio il mio concetto di viaggio, perché lo rappresenta con un’idea romantica di luoghi lontani e affascinanti.

La Patagonia di Chatwin è anche e soprattutto una meta dell’anima. Rappresenta il desiderio di un luogo che è già dentro di noi e che cerchiamo di raggiungere con il sogno e con il viaggio.

Il libro racconta della ricerca di un mostro preistorico che ha affascinato il protagonista da bambino e di cui conserva un pezzetto di pelle. Rintracciare il Milodon diventa quindi il pretesto per un viaggio avventuroso in una terra che è l’estremo luogo conosciuto, il limite verso il quale spingersi. Avventure inverosimili, racconti di fantasmi e incontri con personaggi stravaganti punteggiano la narrazione, ma la vera protagonista è la natura ostile e selvaggia della terra alla fine del mondo.

Le descrizioni della Patagonia, dei suoi paesaggi aspri e mutevoli, dei suoi silenzi, della vita estrema dei suoi abitanti, mi hanno stregato al punto di volerle ritrovare in quello che rimane, ad oggi, il viaggio della mia vita.

Uluru - Photo by Holger Link on Unsplash
Uluru – Photo by Holger Link

In un Paese bruciato dal sole. L’Australia di Bill Bryson

Agnese Sabatini, del blog I’ll B right back, consiglia un altro diario di viaggio, il libro “In un Paese bruciato dal sole. L’Australia” del giornalista e scrittore statunitense Bill Bryson.

Ci sono tanti libri di viaggio che amo, ma il mio preferito è “In un Paese bruciato dal sole. L’Australia” di Bill Bryson, perché è scritto dal mio autore di viaggi preferito e parla del mio Paese preferito.

Adoro lo stile di Bryson: ironico e dissacrante, ma anche curioso ed entusiasta. In questo libro, Bill racconta delle proprie avventure in terra australiana: da Sydney parte alla volta di Perth a bordo dell’Indian Pacific, poi visita la Barriera Corallina, Uluru ed infine il nord pieno di insidie.

Questo libro è un po’ romanzo, un po’ diario di viaggio, un po’ guida: attraverso i racconti, gli aneddoti e le riflessioni mai banali di Bryson, si scopre tantissimo di questa terra lontana: storia, origini, flora e fauna (spesso pericolosa!), stile di vita, stranezze, personalità… Fidatevi di me che ci ho vissuto: questo è sicuramente il libro da leggere prima di partire per l’Australia!

La polvere del Messico di Pino Cacucci

Valeria Salvai, blogger di Mente in viaggio, propone il libro “La polvere del Messico” di Pino Cacucci.

Cacucci è per antonomasia l’autore adatto a chi vuole viaggiare, per davvero o con la mente, in Messico. È suo il libro da cui è stato tratto il famosissimo Puerto Escondido, che ha spinto una generazione di italiani a perdersi in questa destinazione.

“La polvere del Messico” è il racconto di un viaggio attraverso tutte le diverse regioni del Paese, da D.F., come viene chiamata la caotica Città del Messico, alla Baja (California), sino a Veracruz e al famoso Yucatan. È anche una carrellata di ritratti e personaggi pittoreschi, dall’allevatore di galli al gommista. Perché il viaggio è fatto anche e soprattutto di “incontri”. La lettura è consigliata a chi vuole conoscere la vera anima del Paese, o per meglio dire le sue diverse anime. Un’avvertenza: dopo vorrete percorrere tutte le strade polverose del Messico, vedere tutti gli Stati di questo Paese immenso e, come me, tornarci più volte.

Le otto montagne di Paolo Cognetti

Anna Costa, creatrice del blog di viaggi PanAnna, consiglia un libro che io stessa vorrei trovare il tempo di leggere già da un po’, cioè “Le otto montagne” di Paolo Cognetti.

“Le otto montagne” è tra i libri di viaggio che più mi piacciono: ambientato principalmente in Italia, tra Milano e la Val d’Aosta, le sue descrizioni mi hanno fatto immaginare nei minimi dettagli luoghi mai visitati.

Ho amato come Cognetti abbia saputo mettere a confronto due figure completamente diverse, quasi antagoniste: il protagonista, Pietro, vive in città ed è un’anima inquieta, all’eterna ricerca della propria realizzazione; il suo migliore amico, Bruno, è un montanaro, che non si è mai allontanato dalla propria terra. Sullo sfondo della loro amicizia, le meravigliose montagne dell’arco alpino. A Pietro naturalmente le montagne della Val D’Aosta non bastano, e arriverà sino in Nepal, tra le vette hymalayane, in un percorso di cui non vi voglio svelare altro, per non rovinarvi il gusto della lettura.

Lisbona

Lisbona di Fernando Pessoa

È Valeria Polverino, che scrive su I viaggi di Vale, a proporre invece “Lisbona”, del poeta portoghese Fernando Pessoa.

Lisbona: quello che il turista deve vedere” è forse l’opera meno conosciuta di Fernando Pessoa. In sole 42 pagine lo scrittore lusitano narra il forte legame con Lisbona, presentando al turista i luoghi d’arte più interessanti della sua città natale.

Questa piccola opera, scritta nel 1925 ma ritrovata molti anni dopo, si inserisce nell’ambizioso progetto denominato “All about Portugal”, per promuovere il Portogallo e la sua capitale dal punto di vista turistico.

Pessoa prende per mano il viaggiatore, accompagnandolo in giro per Lisbona, secondo un itinerario che gli consente di visitare i punti più importanti della città. L’itinerario pensato da Pessoa viene fatto in auto, ma è possibile riproporlo anche andando a piedi, per cogliere al meglio l’animo della città.

Questa piccola guida può apparire anacronistica, essendo stata scritta nel 1925: la statua del marchese di Palombal nel frattempo è stata completata e la Biblioteca Nazionale del Portogallo non è più ospitata presso il Convento di São Francisco da Cidade. Ciò non toglie valore all’opera, anzi, molte cose sono rimaste invariate, confermando l’attualità della guida.

Dopo aver accompagnato il visitatore il giro per Lisbona mostrando l’immenso patrimonio storico culturale della città, Pessoa dedica una piccola appendice della sua guida a Sintra e Queluz, anticipando così le intenzioni di dedicarsi all’ampio progetto “All about Portugal”.

Da leggere se si è in partenza per Lisbona e magari l’idea di visitare la città è nata proprio dalla lettura di altri libri di Fernando Pessoa. “Lisbona: quello che il turista deve vedere” è la guida ideale da tenere in mano mentre si passeggia.

Mangia, Prega, Ama di Elizabeth Gilbert

Quella proposta da Vanessa Occhione, del blog Biggeye, è l’autobiografia della scrittrice statunitense Elizabeth Gilbert, intitolata “Mangia, prega, ama – Una donna cerca la felicità”.

“Il libro di una generazione di donne alla ricerca dell’autenticità”. Sulla copertina una citazione del giornale L’Espresso, ad indicare come il libro di Elizabeth Gilbert non sia solo un racconto di viaggio ma soprattutto un viaggio dentro sé stessi.

La fine di una relazione sembra segnare la fine di ogni cosa, ma poi ci si accorgere che è solo l’inizio di un cammino. Dall’Italia, attraverso le abitudini del “Belpaese”, l’autrice racconta pezzi di vita ed aneddoti, tra ricordi e mancanze, fino all’arrivo in India. La meditazione riempie le sue giornate, come una goccia riempie un secchio, piano piano, passo dopo passo. Un cammino spirituale, che ha come ultima tappa l’Indonesia.

Incontri, destini, addii si intrecciano come un nodo dei marinai, che però la rendono libera di “navigare” nel mare della vita, consapevole della donna che è diventata: equilibrata, sana e felice. Un viaggio in una terra inesplorata, senza indicazioni, ma che la condurrà verso l’unica meta a cui è destinata: sé stessa.

Orme di Robyn Davidson

Elisa Ruggieri, del blog Eli loves travelling, suggerisce la lettura di “Orme”, libro autobiografico della scrittrice australiana Robyn Davidson.

“Orme” racconta la storia dell’autrice, Robyn Davidson, e di quando nel 1977 ha attraversato a piedi il deserto australiano: partendo da Alice Springs fino ad arrivare all’Oceano Indiano, in una traversata di millesettecento miglia. Come unica compagnia, quattro cammelli ed il suo cane.

L’impresa è stata raccontata “in diretta” da National Geographic grazie al fotografo Rick Smolan, che ha seguito la ragazza per tutto il viaggio.

Il libro, che racconta le peripezie di Robyn dal suo arrivo ad Alice Springs, parte lentamente ma poi è poi capace di coinvolgere in un viaggio nella cui riuscita non credeva nessuno e della quale a volte dubitava la stessa protagonista.

È la storia di una donna coraggiosa, che affronta uomini e animali per riuscire nel proprio intento. È la storia di un sogno diventato realtà grazie alla determinazione, all’impegno e agli sforzi dell’autrice, che ha dato tutto quello che poteva per realizzarlo.

Viaggiare in treno - Photo by Josh Nezon on Unsplash
Photo by Josh Nezon

Trans Europa Express di Paolo Rumiz

Francesca, blogger dietro le quinte di On My (rail)Way, è una grande appassionata di viaggi in treno e come tale non poteva che consigliare “Trans Europa Express” di Paolo Rumiz.

È l’estate del 2008 quando il giornalista Paolo Rumiz e la sua fidata interprete Monika decidono di partire per una missione che sembra impossibile: spostarsi da Rovaniemi ad Odessa senza aerei, attraversando una frontiera dietro l’altra.

Inizia così per i due protagonisti un lungo esodo su autobus sgangherati e vecchi treni sovietici segnato da mille difficoltà, ma soprattutto dalle storie delle persone che incontrano sul loro cammino. I due si ritrovano inconsapevolmente ad essere gli unici portavoce di uomini dimenticati, costretti a vivere ai margini di una società che non li considera e a cui non sentono di appartenere, e che ancora convivono con i fantasmi di una guerra che nemmeno la rassicurante promessa di un’Europa unita è riuscita a cancellare.

Un libro intenso e commovente, che ogni viaggiatore dovrebbe avere nella propria libreria.

Un indovino mi disse di Tiziano Terzani

Fabrizio Deidda, che scrive sul blog Viaggio in coppia, propone “Un indovino mi disse”, scritto dal famoso giornalista Tiziano Terzani.

Immaginate un viaggio magico che vi trasporti in una dimensione sconosciuta, della quale non riuscirete più a fare a meno.
Aggiungete un tocco esotico, alcuni paesi lontani e un personaggio carismatico come protagonista.
Se avete seguito alla lettera i punti precedenti, sarete ancora molto lontani dal riuscire a comprendere appieno la potenza e l’apporto spirituale che “Un indovino mi disse” è in grado di trasmettere al lettore.

Tiziano Terzani, grandissimo giornalista ed esperto conoscitore dell’Oriente, entra in contatto con un indovino, che gli predice che nel corso del 1993 morirà per un grave incidente in volo.
Da qui la decisione del giornalista di evitare qualsiasi aereo nel corso dell’anno e di muoversi tra Cina, Thailandia, Singapore, Laos e Birmania solo via terra o mare.

In questo splendido viaggio entrerà in contatto con altri indovini, stregoni ed astrologi, in una profonda esperienza all’interno degli usi e i costumi di queste civiltà dalla storia antica.

Viaggiare è il mio peccato di Agatha Christie

Marina Lo Blundo, archeologa e blogger di Maraina in viaggio, consiglia “Viaggiare è il mio peccato”, un libro di Agatha Christie. La grande scrittrice, oltre che scrivere romanzi gialli, amava infatti anche viaggiare.

Avete letto “Assassinio sull’Orient Express”? Il capolavoro del giallo di Agatha Christie si svolge su un treno in viaggio di ritorno da Istanbul verso l’Europa. Un viaggio che Agatha Christie conosceva bene, perché aveva affrontato più di una volta la traversata d’Europa sull’Orient Express per recarsi in Medio Oriente, in Siria e in Iraq insieme al marito, Max Mallowan, giovane archeologo orientalista che conduceva scavi archeologici nella Mezzaluna Fertile, alla ricerca del tell perfetto, il sito ideale in cui avviare le ricerche.

“Viaggiare è il mio peccato” è il racconto dei viaggi in Medio Oriente che la Christie compie col marito in quelle lande lontane intorno agli anni ‘30. In esso racconta, con aneddoti, tanta autoironia e acute descrizioni, tutti gli aspetti di quei viaggi straordinari, straordinari soprattutto per una scrittrice inglese, esponente della buona borghesia degli anni ‘30 al seguito del marito: e infatti spesso le è difficile adattarsi alla vita da campo, in tenda, nel deserto, senza la comodità di una poltrona dove sedersi a leggere un libro e sorseggiare tè. Lei puntualmente descrive i personaggi che incontra durante la sua esperienza, le situazioni, i siparietti e le gags involontarie cui assiste e di cui è suo malgrado protagonista. La lettura è un vero spasso fin dall’inizio, con i preparativi della partenza che consistono nell’acquisto di un guardaroba adatto al clima caldo; la narrazione è fresca e immediata, come se stessimo leggendo una lettera che ci ha scritto una cara amica. Consigliatissimo.

Viaggio in Italia di Goethe

Quello proposto da Romy, la blogger di RoMy Space, è un grande classico della letteratura di viaggio. Si tratta del saggio “Viaggio in Italia”, scritto da Goethe e pubblicato nel 1816.

Il libro “Viaggio in Italia” di Johann Wolfgang von Goethe racconta il viaggio in Italia di quasi due anni che Goethe fece tra il 1786 e il 1788.

Lo scrittore tedesco descrive non solo i luoghi che ha visitato, ma anche le proprie sensazioni ed emozioni; un racconto molto soggettivo e personale che può essere, a tutti gli effetti, considerato un diario di viaggio, come se Goethe fosse un travel blogger ante litteram.

Dal suo libro, tra le altre cose, traspare come quella fuga verso l’Italia sia stata un modo per scappare dalla monotonia e dai pensieri della vita quotidiana, un’avventura che servì a rinvigorire lo scrittore che, da quel momento, riuscì a terminare alcune sue grandi opere.

Roma e Napoli furono alcuni dei luoghi preferiti dallo scrittore e dove si fermò più a lungo; lo stile di vita di queste due città, così distante da quello a cui era abituato in Germania, lo incantò, così come i profumi della nostra terra e della nostra cucina.

Goethe si innamorò anche del Lago di Garda, una delle prime tappe del suo viaggio, dove conobbe il mite clima mediterraneo, così diverso dal rigido clima d’oltralpe.

Viaggiatore attento, descrisse con dovizia di particolari tutto ciò che lo colpì, dalle varie opere d’arte del passato, come i resti romani di Verona, di Roma e di altri luoghi, alle espressioni artistiche a lui contemporanee, come, ad esempio, le rappresentazioni teatrali. Un passaggio del libro che mi piace particolarmente è quello in cui lo scrittore descrive Venezia e il Lido di Venezia dove a 37 anni vide, per la prima volta, il mare.

Wild di Cheryl Strayed

Veronica, del blog Sogna Viaggia Ama, suggerisce la lettura di “Wild”, libro autobiografico della scrittrice statunitense Cheryl Strayed.

“Wild” racconta la storia vera di Cheryl Strayed, che a soli 26 anni e senza alcuna preparazione, decide di attraversare a piedi l’America selvaggia lungo il Pacific Crest Trail.

Dopo la morte prematura della madre, il traumatico divorzio, una giovinezza disordinata e difficile, Cheryl si ritrova con la vita sconvolta. La disperazione le dà però il coraggio per spingersi alla ricerca del senso della vita e di sè stessa attraverso spazi incontaminati tra montagne, foreste, animali, rocce, torrenti, caldo torrido e freddo estremo.

Dal Deserto del Mojave percorrerà l’intera California e l’Oregon fino al Ponte degli Dei, nello stato di Washington, dove si fermerà dopo tre mesi e 1760 chilometri percorsi degli oltre 4000 dell’intero Pacific Crest Trail .

“Wild” racconta una storia di avventura e formazione, di paura e coraggio, di fuga e rinascita.

Libri di viaggio di Paolo Cognetti

Senza mai arrivare in cima di Paolo Cognetti

Per concludere, aggiungo anche il mio suggerimento di lettura, un diario di viaggio che ha saputo affascinarmi moltissimo. Si tratta di un altro libro di Paolo Cognetti, intitolato “Senza mai arrivare in cima”.

Questo libro racconta un viaggio in particolare, quello che l’autore ha effettivamente fatto in Nepal, sulla catena montuosa con le cime più alte del mondo. La particolarità di questo viaggio è che non conta tanto la meta, quanto il viaggio in sé.

Senza mai arrivare in cima ad alcuna montagna, senza neanche provarci, l’autore riscopre molto di se stesso durante il percorso. Il suo viaggio diventa metafora di ricerca e crescita personale.

Le grandi protagoniste sono le riflessioni, ispirate all’autore dalla natura che lo circonda, dagli amici e le persone con cui condivide il cammino, dagli incontri che fa lungo la strada, dalla fatica e dalle difficoltà insite in un viaggio a piedi ad altitudini così elevate.

È un libro di viaggio che consiglierei assolutamente, perché in qualche modo descrive perfettamente quello che un viaggio dovrebbe, secondo me, essere sempre.

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