Avventure in Erasmus: l’esperienza di Chloe a Parigi!

Avventure in Erasmus: l’esperienza di Chloe a Parigi!

Oggi a raccontarci della propria esperienza in Erasmus è Chloe del blog “Pure Joy“. Lei è partita nell’anno accademico 2004/05 con l’intenzione di studiare per 6 mesi a Parigi. Si è trovata così bene, che alla fine ha richiesto di estendere il periodo all’estero ed è rimasta fuori per un totale di 9 mesi!

Chloe in Italia era iscritta al Corso di Laurea in DAMS presso l’Università degli Studi di Torino, mentre a Parigi ha frequentato il Corso di laurea in Cinema presso l’Université Paris 8 Vincennes-Saint-Denis.

Ecco cosa racconta dell’esperienza di studio che ha vissuto nella capitale francese!

Perché

1 – Perché hai deciso di partire per un’esperienza Erasmus? E come mai hai scelto proprio Parigi?

Ho sempre pensato che fare un’esperienza all’estero fosse formativo, non solo dal punto di vista didattico ma anche di vita. Ho fatto domanda senza contarci molto e anche un po’ inconsapevole di quello che sarebbe stato. Avevo due opzioni, Nizza e Parigi, mi hanno accettata per quest’ultima e, col senno di poi, sono convinta sia stata quella migliore.

Parigi è una città che ha tantissimo da offrire. Ricordo che giravo spesso per musei, mostre, concerti, eventi, c’è sempre qualcosa ad ogni giorno e ora della settimana. Ha un patrimonio culturale pazzesco e, per me che studiavo arte e cinema, era meraviglioso!

Parigi_Montmartre
Montmartre

Prima di partire

2 – “Impacchettare” la propria vita e partire può essere difficile: che consigli daresti a chi sta partendo e deve preparare la valigia per stare 9 mesi a Parigi?

In realtà io mi sono organizzata per tempi minori. Partivo in autunno e sarei tornata a casa la prima volta dopo 3 mesi, per le vacanze di Natale. Inizialmente ho portato con me le cose necessarie per quel primo periodo.

Emotivamente invece consiglio di partire col bagaglio piuttosto leggero, per lasciare spazio a tutto quello che questa esperienza ti può dare e portarselo a casa. Io avevo cercato di “impacchettare” la mia storia d’amore che durava da 6 anni ma non è servito: al ritorno non c’era più, ma lo rifarei altre mille volte. Quello che ti dà un’esperienza in cui cresci e ti metti in gioco come persona, da solo con te stesso, ha un valore inestimabile.

3 – È stato difficile trovare un alloggio a Parigi? Che consigli daresti a chi lo sta cercando? Qual è la spesa media da mettere in conto ogni mese per l’affitto?

Tramite i canali universitari ci sono fin da subito diversi contatti, indirizzi di campus, indicazioni su case per gli studenti. Ricordo che, sia nell’Ufficio Studenti della mia Facoltà a Torino, sia a Parigi, mi è stato dato tanto materiale con diverse informazioni su come muovermi. Sicuramente la richiesta per una sistemazione è alta, quindi è una delle prime cose di cui occuparsi quando si decide di partire, anche 6/8 mesi prima. All’epoca non c’erano Facebook o i social quindi lo scambio di consigli era forse più difficile. Oggi è certamente diverso.

Io, per scelta personale, ho affittato uno “studio” (così si chiamano i monolocali, minuscoli, in città) in centro, nel II Arrondissement. All’epoca studiavo anche in Conservatorio e dovevo esercitarmi con lo strumento per diverse ore al giorno, convivere con qualcuno sarebbe stato complicato.

Questa scelta mi è costata abbastanza in termini economici perché l’affitto era di 700 euro al mese, la borsa erasmus non ne copriva nemmeno la metà. Nei campus per studenti i costi sono più bassi, intorno ai 400/500 euro al mese in media, però sono in periferia.

Studiare a Parigi è molto caro. Lo Stato francese mette a disposizione un rimborso studenti per le spese: bisogna fare domanda e aprire il proprio DSE (Dossier Sociale Etudiant). Consiglio di consultare il sito dedicato agli studenti e ricco di informazioni a riguardo. Mettendo insieme i vari sussidi, la spesa si riduce diventando sostenibile ma è impensabile coprire tutte le spese soltanto con questi aiuti. Un contributo della famiglia è inevitabile. Devo ringraziare i miei genitori per questo: io cercavo di fare del mio meglio con i risparmi ricavati dal lavoro estivo prima della partenza.

La vita da studente a Parigi

4 – Che ne pensi dell’università di Parigi? Come ti ci sei trovata?

Mi sono trovata benissimo! In realtà a Parigi ci sono più di dieci università, per cui posso parlare per quella che ho frequentato. È tutto molto ben organizzato, chiaro e funzionante. Io ero all’Université de Vincennes Saint-Denis (Paris VIII). La zona non era delle migliori perché situata proprio nella banlieue a nord della città ma l’università era piuttosto nuova e moderna.

5 – Hai avuto difficoltà con la lingua? Hai fatto dei corsi prima di partire o durante l’Erasmus?

Ho studiato il francese fin dalle scuole medie e all’università avevo dato un esame non molto tempo prima, per cui lo parlavo abbastanza bene. Nei contesti più generali, come il chiedere informazioni e nelle comunicazioni di base non avevo problemi. È stato difficile invece riuscire a seguire un film dall’inizio alla fine capendo tutto quanto. Ricordo che il primo mese era frustrante perché perdevo la maggior parte delle battute. Ci ho messo tre mesi a capire e a parlare a quel livello. La cosa più bella è imparare dai madrelingua gli intercalare e le espressioni tipiche da usare in determinati contesti, quello non te lo insegnano a scuola.

Non ho fatto corsi di lingua durante quel periodo perché avevo una buona base (e anche molto altro da studiare!) ma ovviamente sono previsti per tutti gli studenti Erasmus.

Parigi_Louvre
Il Louvre

6 – Come definiresti il costo della vita a Parigi? A parte l’affitto, che cifra dovrebbe tenere in conto ogni mese uno studente che volesse fare l’Erasmus lì?

Parigi è una città indubbiamente cara ma devo dire che comunque ho riscontrato una grandissima varietà di prezzi, dai costi ridicoli dei discount, come qui da noi in Italia, ai prezzi stellari dei Grand Magasin. C’è molto street-food, molta cucina asiatica/mediorientale, tutto dipende dai posti, anche fra i vari quartieri c’è ovviamente parecchia differenza.

Altra spesa da tenere in conto è l’abbonamento ai mezzi pubblici: quello mensile con tariffa studenti < 26 anni costa intorno ai 70/80 euro, quello annuale 350. C’è anche un ottimo servizio per calcolare online l’abbonamento più adatto a voi.

Per quanto riguarda locali e ristoranti alla moda, in centro non si possono certo considerare economici, ma la città offre anche molte attività di svago completamente gratuite. Consiglio di consultare ogni settimana l’officiel des spectacles (in edicola vendono anche la versione cartacea) in cui sono indicati tantissimi eventi, concerti, mostre, festival, molti dei quali completamente free. Anche musei famosi, come il Louvre ad esempio, sono visitabili gratuitamente alcuni giorni alla settimana o al mese (per i giovani il mercoledì dopo le 18).

7 – Come descriveresti lo stile di vita (i ritmi, i modi di fare, la cucina, la “vita notturna”…) a Parigi? È stato difficile adattarsi a tutte le novità?

Arrivavo da Torino, citta’ con cui, per alcuni versi, Parigi ha qualcosa in comune, quindi non ho fatto fatica ad ambientarmi. La mia vita si svolgeva pressoché nello stesso modo, tra l’altro stavo preparando la tesi per cui passavo molto tempo a fare ricerche in biblioteca. Per quanto riguarda la cucina, ovviamente nei supermercati trovavo tutto e in ogni caso, qualsiasi mancanza, veniva abbondantemente compensata entrando in una boulangerie… adoravo tutto quello che era pane, quiches e croissants! Mi piaceva anche il fatto che ogni Arrondissement fosse, in fondo, un piccolo quartiere, ciascuno con i suoi negozietti e i banchi con i prodotti freschi esposti all’esterno!

8 – Luoghi comuni su Parigi: uno vero e uno falso secondo la tua esperienza?

“I francesi hanno la puzza sotto il naso”: per me è FALSO! Tutti non facevano che ripetermi questa frase, dicevano che non mi avrebbero aiutato, o peggio, che mi avrebbero messo in difficoltà. In realtà, sarà che per via del mio aspetto, sembro più nord europea che italiana, io non ho trovato nulla di tutto ciò. Ho frequentato tanti contesti diversi, mi trovavo costantemente a dover chiedere informazioni per tutto e ho sempre trovato persone gentili e disponibili o quantomeno normali. Penso sempre che conti molto come ci si pone agli altri. La persona antipatica si incontra ovunque, ma posso dire che la mia esperienza di integrazione a Parigi sia stata complessivamente positiva e non ho trovato i parigini comportarsi in maniera sgradevole nei miei confronti. 

“Parigi, città dell’amore”: in fondo direi VERO dai! A parte i luoghi più turistici, è ricca di angolini e scorci meravigliosi, oltre che di bistrot perfetti per una cena romantica. C’è un autore che amo, Nicolas Barreau, che scrive romanzi rosa, ambientati proprio a Parigi, che ben rappresentano questo stereotipo.

Ricordi dell’Erasmus

9 – Qual è il ricordo più bello che hai dei mesi trascorsi a Parigi?

Le camminate. Ricordo che facevo lunghe camminate per tutta la città. Mi perdevo tra le vie, lasciandomi guidare dagli splendidi palazzi, dalle boutique raffinate, dai caffè che spuntavano ad ogni angolo. Camminavo per ore e quando ero stanca guardavo sulla mappa dove ero finita, prendevo la metro e tornavo a casa. Ho raccolto una serie di luoghi del cuore in un articolo su Parigi, recentemente uscito sul mio blog.

10 – Qual è il luogo più bello o che più ti è rimasto nel cuore di Parigi?

Sicuramente il quartiere in cui ho vissuto, la zona intorno a Rue Montorgueil, una via pedonale molto vivace, piena di quei negozietti di cui parlavo prima… la boulangerie, la fromagerie, il fleuriste, … un quartiere in cui, appena esci di casa, hai tutto comodo e puoi spostarti a piedi per tutta la zona centrale.

Quando torno in città faccio sempre un giro per quelle vie e passo davanti al portone in cui abitavo, il nr. 65 di Rue Greneta, come una sorta di pellegrinaggio.

Les Halles Parigi
Les Halles de Paris

11 – Quali sono stati i 3 aspetti migliori dell’Erasmus a Parigi?

Al primo posto metterei sicuramente il fatto che sia una grande città, con tante opportunità e cose da fare un po’ per tutti i gusti. È facile incontrare gente e conoscere persone da ogni parte del mondo, aspetto che ho sempre amato. Sicuramente poi, anche dal punto di vista didattico ha molto da offrire. Ci sono tantissime biblioteche, pubbliche e private, quindi per fare ricerca o preparare la tesi è perfetta per reperire molto materiale. L’ultimo aspetto è più pratico: trattandosi di una città con molti collegamenti con l’Italia (via terra col TGV e via aerea tramite varie compagnie low cost) è semplice ed economico rientrare a casa con una certa frequenza.

 12 – E le 3 difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare?

Molti ragazzi partono con qualche compagno di corso, o con un amico,  nel mio caso non è stato così per cui all’inizio ho dovuto fare i conti con il fatto di sentirmi un po’ sola. Per fortuna è durato poco.

La seconda difficoltà è stata quella di dover cambiare casa dopo il primo mese. Tramite i canali tradizionali (annunci e agenzie) non è per niente facile. Ti ritrovi ad andare all’appuntamento per vedere camere o studio  insieme ad altre venti o trenta persone e al termine della visita viene stilata una classifica in base alle credenziali: se sei studente sei automaticamente in fondo alla lista, perché vengono privilegiate persone con un lavoro e con un certo reddito. Meglio cercare di usufruire delle opzioni riservate agli studenti e quindi muoversi per tempo.

L’ultima difficoltà è stata la burocrazia: informarsi su tutto quello che era il sistema didattico, la documentazione da presentare, le agevolazioni a cui avevo diritto. Non erano cose difficili ma, come qui in Italia, si trattava di districarsi fra vari uffici, siti internet, enti diversi in cui reperire le informazioni e mettere tutto insieme. Ogni paese ha le sue regole e all’inizio bisogna fare un gran lavoro di ricerca per conoscere cosa puoi fare e come.

Tiriamo le somme

13 – Consiglieresti Parigi per l’Erasmus? E se in futuro ne avessi occasione, sceglieresti Parigi per vivere?

Assolutamente si! E allo stesso tempo non mi dispiacerebbe tornare a viverci in futuro… chissà!

14 – Consiglieresti l’Erasmus in generale? Per quale ragione?

Consiglierei l’Erasmus perchè è un’esperienza di vita, non soltanto di studi. Viaggiare apre la mente, aiuta a svegliarsi e insegna a badare a se stessi. Prima di partire per l’Erasmus vivevo ancora con i miei genitori e facevo la pendolare per andare in Università. Dopo il mio ritorno mi sono cercata una stanza in affitto a Torino. Era cambiato qualcosa, non mi sentivo più di stare a casa. Stare da soli ti aiuta anche ad avere più fiducia in te stesso e a definire degli spazi a cui non sarai più disposto a rinunciare.

Grazie infinite a Chloe che mi ha fatto davvero sognare un Erasmus in una delle città più belle del mondo! Per leggere i racconti dei suoi viaggi, fate un salto sul suo blog Pure Joy!

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