Il monastero di San Benedetto a Subiaco, un suggestivo santuario scavato nella roccia

Il monastero di San Benedetto a Subiaco, un suggestivo santuario scavato nella roccia

Un po’ di tempo fa in tv c’è stata una puntata interessantissima di “Ulisse” in cui Alberto Angela parlava di vari argomenti, tutti legati in qualche modo al libro “Il nome della Rosa” di Umberto Eco. In particolare, veniva mostrato il monastero di San Benedetto a Subiaco, chiamato anche santuario del Sacro Speco, che è stato fonte di ispirazione per le ambientazioni del libro. Non ci ero mai stata e, dato che si trova a poca distanza da Roma, dovevo rimediare. Così, in una calda domenica di agosto, io e Luca abbiamo deciso di fare una piccola gita in giornata e andare a visitarlo. È stata un’ottima scelta.

La nostra visita al monastero di San Benedetto a Subiaco

Per raggiungere il monastero, dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio, occorre fare un po’ di strada a piedi in salita. Nulla di particolarmente pesante, se non fosse che faceva un caldo terribile. Quando si arriva comunque lo spettacolo ripaga della piccola fatica fatta, perchè già da fuori il monastero è davvero stupendo. Letteralmente aggrappato alla parete di roccia su cui è costruito e che in parte ingloba, sorretto da delle magnifiche arcate, è incredibilmente suggestivo. Lascia veramente a bocca aperta.

Monastero di San Benedetto a Subiaco

L’ingresso è gratuito, quindi non servono biglietti. Siamo entrati ed abbiamo iniziato a visitare il monastero leggendo i vari cartelli che danno qualche informazione sulla storia e su ciò che si sta vedendo. La parte visitabile non è molto grande, anche perchè buona parte della struttura è ancora in uso, ma è affascinante e davvero molto bella e ricca di affreschi. In una delle sale c’era anche una guida che spiegava il significato delle varie immagini raffigurate e che mi è sembrata piuttosto brava ed interessante. Abbiamo scoperto solo alla fine che la visita guidata è gratuita.

All’interno del monastero ci sono anche un prezioso affresco raffigurante San Francesco e la grotta in cui San Benedetto visse e pregò per tre anni. Per raggiungere questa grotta, che poi è il sacro speco che dà il nome al santuario, i pellegrini un tempo salivano in ginocchio la così detta “scala santa”. Quello che affascina di più però è la ricchezza delle decorazioni. I pavimenti cosmateschi sono meravigliosi e gli affreschi sulle pareti e sulle volte sono conservati benissimo e hanno colori ancora vivissimi. L’ambiente in cui si è immersi è incredibile, lascia senza parole.

Come è tipico del Medioevo, le immagini servivano non solo a decorare ma anche ad insegnare qualcosa ai fedeli, che erano spesso analfabeti. Gli affreschi che già guardando la puntata di Ulisse mi avevano incuriosita di più erano proprio quelli che decorano la scala santa e che cercavano di ricordare ai pellegrini che la morte colpisce tutti senza distinzioni.

Santuario del Sacro Speco - affreschi

Una volta finita la visita del monastero abbiamo dato un’occhiata al negozietto di souvenir. Vendono un po’ di tutto, dalle cartoline alla cioccolata, dai liquori ai saponi. Credo che in buona parte siano prodotti realizzati dai monaci stessi, ma non ne sono sicura.

Cinque curiosità sul santuario del Sacro Speco

Come ho già detto, questo monastero è estremamente suggestivo e senza dubbio merita la visita. Non solo per lo spettacolo di cui gli occhi godono all’esterno, ma anche per le sorprese che riserva all’interno. Se non siete convinti, ecco cinque curiosità per farvi venire voglia di visitare questo luogo:

  • San Benedetto visse e pregò per tre anni nella grotta che oggi si trova all’interno del santuario;
  • il monastero si compone oggi di due chiese sovrapposte, indicate infatti come chiesa superiore e chiesa inferiore;
  • l’affresco di San Francesco è il più antico ritratto esistente del santo di Assisi;
  • nell’antico refettorio del monastero è conservato un affresco trecentesco che raffigura l’Ultima Cena;
  • il monastero è una delle tappe del Cammino delle Abbazie, un percorso di 9 tappe (lungo circa 150 km) che unisce Subiaco a Montecassino.

Che altro fare in zona? Una passeggiata al laghetto di San Benedetto

Cosa fare dopo la visita del monastero? Noi siamo tornati alla macchina e ci siamo diretti verso il laghetto di San Benedetto. Lì avevamo pensato di fare una passeggiata e qualche foto carina con la piccola cascata che avevamo visto su internet. D’altro canto eravamo sicuri che non saremmo rimasti delusi dalla bellezza del posto, dato che è stato soprannominato “i Caraibi di Roma”!

Una volta lasciata la macchina a scaldarsi sotto il sole (che gioia!), siamo scesi a piedi lungo il sentiero indicato da un piccolo cartello. Abbiamo attraversato un ponticello di legno un po’ malridotto ma discretamente stabile e poi abbiamo iniziato a camminare lungo il fiumiciattolo, godendoci l’ombra del sottobosco. Finalmente un po’ di fresco!

Già ben prima di arrivare al laghetto abbiamo però capito di aver fatto un grosso errore tattico e di non esserci informati abbastanza bene. Abbiamo infatti da subito iniziato a vedere gruppi di persone intente a rilassarsi lungo la riva e a gustarsi un bel pranzo al sacco. Noi ovviamente non avevamo pensato a portarlo. Ma l’errore più grave è stato quello di non mettere un costume sotto i vestiti e di non poter quindi fare un bel bagno e goderci il fresco come tutti gli altri, molto più furbi di noi. Insomma, se capitate da quelle parti in piena estate non fate il nostro stesso errore, perchè l’acqua è cristallina, fresca e davvero invitante.

laghetto di San Benedetto

Se anche vi trovaste in zona in una stagione meno calda e poco adatta a farsi un bagno, fare una passeggiata fino alla piccola cascata ed al laghetto vale sicuramente la pena. Anzi, forse in un momento in cui il posto è meno affollato ci si gode anche di più la sua bellezza e la tranquillità che trasmette.

Informazioni utili per la visita del monastero di San Benedetto

Come arrivare

Il monastero di San Benedetto si trova nel Lazio, a una decina di chilometri da Subiaco. Il modo più semplice per raggiungerlo è senza dubbio la macchina; da Roma si arriva in circa un’ora. Una volta lì, il parcheggio a disposizione è gratuito e abbastanza ampio.

Per chi arriva con i mezzi pubblici invece non è altrettanto semplice. Da Roma, in particolare dalla stazione di Ponte Mammolo, partono i pullman della Cotral diretti a Subiaco, ma il loro capolinea si trova a circa 3 km a piedi dal monastero. In ogni caso, se si sceglie questa soluzione, è bene controllare gli orari sul sito ufficiale.

Orari di apertura e visite guidate

Il monastero è aperto tutti i giorni con i seguenti orari:

  • Mattina: 09.00-12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)
  • Pomeriggio: 15.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.30)

Nel periodo invernale, dal 1 dicembre al 28 febbraio, il pomeriggio l’ultimo ingresso è alle 17.00 e il monastero chiude alle 17.30.

L’accesso al monastero è sempre gratuito.

Prima dell’attuale emergenza sanitaria, l’accesso era libero all’interno degli orari di apertura. Durante la giornata partivano inoltre ad intervalli regolari le visite guidate, gratuite.

Al momento, per via delle norme anti-covid, gli ingressi sono contingentati. Si può entrare gratuitamente e visitare autonomamente, rimanendo all’interno per un massimo di 30 minuti. Non è però possibile visitare la grotta nè vedere il ritratto di San Francesco. Le visite guidate sono per ora sospese.

Normalmente per i gruppi di almeno 10 persone è possibile organizzare una visita guidata. I contatti sono sul sito ufficiale del monastero, che consiglio di consultare anche per verificare eventuali aggiornamenti negli orari di apertura o altre disposizioni vigenti.

Altre informazioni utili

Ecco qualche altra informazione che potrebbe essere utile a chi volesse organizzare una visita al monastero di San Benedetto:

  • all’interno del santuario è consentito scattare fotografie senza flash;
  • sono disponibili servizi igienici, si trovano vicino al negozio di souvenir;
  • durante lo svolgimento di funzioni religiose (la domenica alle 9.30 e alle 11.00) non è possibile visitare la chiesa superiore;
  • per le persone con problemi di deambulazione occorre sottolineare che il primo livello del santuario è abbastanza accessibile, mentre gli altri livelli sono collegati fra loro solo da scale.

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