Turismo etico, responsabile e sostenibile: come ridurre l’impatto dei propri viaggi
Da un po’ di tempo volevo iniziare a parlare sul blog di un argomento che mi sta davvero a cuore: il turismo sostenibile ed etico. Continuavo a rimandare, anche perchè non sono certo un’esperta e in più ci sarebbero così tante cose da dire sull’argomento che non sapevo bene da dove cominciare. La mia amica Francesca del blog Chicks and Trips si è però offerta di farlo al posto mio. E lo ha fatto alla grande, perchè in questo articolo troverete tanti consigli utili se volete iniziare a viaggiare in modo più etico e sostenibile!
È tempo di cambiare il modo in cui si viaggia. Vogliamo mantenere il divertimento, ma alleggerire (e parecchio) il nostro impatto ambientale per viaggiare in maniera sostenibile ed etica.
Viaggiare è un fatto della vita e, come tutti i fatti della vita, cambia e si evolve.
Per essere una evoluzione positiva deve necessariamente guardare all’impatto ambientale e culturale.
Soprattutto deve restituire all’economia locale quello che il viaggiatore prende in esperienza ed emozioni.
È possibile diventare dei turisti responsabili e rispettosi dell’ambiente? Avere un minore impatto e mantenere il divertimento, l’emozione e le belle sensazioni che viaggiare ci regala?
Sì, se si sa come fare.
Turismo sostenibile, etico ed ecoturismo: le basi
Partiamo dalle basi che deve avere il turista etico e conscio dei problemi ambientali che il suo girovagare comporta:
- scelta dell’hotel: scegliere hotel che impiegano personale del posto, che fanno scelte ecologiche e che sono certificati dalle più famose ONLUS green è sempre una buona partenza. Basta digitare su Google “GREEN HOTEL” e vi si aprirà un mondo. Si possono usare aggregatori come ecobnb, che selezionano direttamente le strutture più ecologiche, senza che ne risenta la qualità dell’ospitalità.
Ci sono cose che possiamo fare anche quando siamo sul posto (e che dovremmo fare anche a casa): spegnere sempre le luci quando si lascia la stanza, non farsi cambiare le salviette o le lenzuola tutti i giorni, fare docce brevi per non sprecare acqua potabile oppure usare il meno possibile l’aria condizionata.
E comunque spegnerla sempre quando non siamo nella stanza.
- trasporti: l’aereo è il mezzo con il più alto impatto ambientale (insieme alla nave da crociera, di cui parlerò più avanti), ma ci sono atteggiamenti da tenere che lo possono ridurre: viaggiare leggeri, scegliere voli diretti e viaggiare in classe economica. Quest’ultima non ve l’aspettavate, vero? Ebbene sì, invece di sentirci dei pezzenti a essere caricati nel carro bestiame (come io chiamo la classe turistica), siamo dei viaggiatori eco-attenti, perché le classi superiori utilizzano fino a 5 volte il carburante della classe turistica, che è quindi molto più sostenibile. Tiè!
- mai usare un mezzo proprio, o comunque farlo il meno possibile: se si viaggia in città il trasporto pubblico aiuta a ridurre il nostro impatto sul luogo e ci fa conoscere gli abitanti del posto e il loro modo di vivere.
- nello scegliere i trasporti poi è sempre bene organizzare la logistica in maniera impeccabile: pianificare in anticipo gli spostamenti, non farne di inutili e prendere i mezzi più ecologici possibile.
Viaggio sostenibile: piccoli accorgimenti per un uomo, grande beneficio per l’umanità!
Noi viaggiatori curiosi dobbiamo fare la nostra parte.
Se riusciamo ad adottare determinati comportamenti in maniera sistematica, possiamo fare la differenza.
Vi faccio alcuni esempi.
- Shopping etico: acquistare prodotti di artigianato locale, magari fatti sul luogo da cooperative eco-solidali (e anche equo-solidali), è un ottimo metodo per restituire denaro alla comunità che ci sta ospitando.
La stessa cosa per quanto riguarda i tour e le guide: local is better. Tutto quello che è locale, aiuta le persone del posto che stiamo visitando ed è quindi più etico e sostenibile. Credetemi, è una bella sensazione.
- Evitare le crociere: vale non solo per quanto riguarda il mezzo di trasporto in sé, visto che le navi da crociera sono quanto di più distruttivo e inquinante per il mare possa esistere. Ma anche perché le attività sono tutte programmate in fretta, si passa da una tappa all’altra senza sosta. È orribile dal punto di vista dell’impatto ambientale e i ricavi non restano alla popolazione locale. Il risultato è di sovraffollare luoghi bellissimi che meritano molto di più.
Non parlo neanche dei lavoratori delle compagnie da crociera sottopagati e tenuti tipo schiavi 24 ore su 24, alla mercé di turisti distratti.
Meglio viaggiare più lentamente. Il nostro portafoglio, l’ambiente e l’economia locale ringrazieranno.
Prendersi cura degli animali del luogo
Che si sia amanti degli animali o meno, prendersi cura della natura e dei suoi abitanti, non è un’opzione.
Va fatto e basta.
Per questo, essere consapevoli di come vengono sfruttati è sempre utile per evitare la nostra responsabilità al riguardo.
E non pensiate mai che, se una cosa non è stata ordinata specificamente da voi, non vi riguardi: se c’è chi vende, è sempre perché c’è chi compra.
Quindi si deve porre attenzione a come sono fatti i souvenir, o di cosa sono fatti.
Così come è bene evitare di mangiare piatti che al momento ci sembrano esotici, ma che mettono in pericolo una specie vivente. Volete un esempio? La carne di balena (cetaceo in estinzione) mangiata tranquillamente nel civilissimo Giappone.
Altre cose da evitare assolutamente:
– gli street vendors con animali selvatici al seguito (per esempio le scimmiette o gli incantatori di serpenti). Non date loro soldi per non incoraggiare questo tipo di comportamenti.
– incontri o le passeggiate con gli animali selvatici. Sono apparentemente docili solo per il terrore di essere picchiati. Mai andare nella giungla sopra gli elefanti, mai fare le passeggiate con i leoni, mai farsi una foto a cavallo di una tigre incatenata al suolo.
Sono pratiche abominevoli, delle quali siamo corresponsabili se vi partecipiamo anche noi o ci fermiamo anche solo a guardare.
Lo so che vedere un animale selvatico addomesticato fa venire la voglia di accarezzarlo o di comprargli il cibo, ma per il suo bene, non fatelo.
Incoraggereste solo la persona che l’ha strappato alla sua vita naturale per farlo finire in un mercato.
Se avete voglia di incontri con animali esotici, cercate un rifugio o un centro che ne aiuti la specie o il reinserimento in natura. Ce ne sono centinaia e l’esperienza è davvero meravigliosa, anche se non comporta (e non deve mai comportare) l’interazione diretta.
Minimizzare la spazzatura che produciamo
Anche in questo caso, è un consiglio utile perfino quando siamo a casa nostra.
Come fare?
Il primo comportamento da tenere è di evitare (nei paesi in cui si può) di acquistare acqua in bottiglia e di portare con sé una bottiglia riutilizzabile da viaggio. Io preferisco usare una di quelle pieghevoli, perché man mano che l’acqua finisce, prendono meno posto.
La stessa cosa vale con i bicchieri, per gli amanti del caffè da asporto in ogni lago e in ogni luogo: portare un bicchiere riutilizzabile è meglio che prenderne mille da asporto.
Questa è una novità degli ultimi tempi per me (grazie coronavirus!), ma non riesco più a bere dalla lattina, come facevo una volta. È vero che, essendo ammassate nei magazzini e maneggiate da chiunque, non è che le lattine di bibite siano mai state pulite, ma ora ho proprio il rifiuto. Mi vengono in aiuto le cannucce riutilizzabili. Non avevo idea che esistessero, ma da usare in viaggio (e anche a casa) sono comode ed ecologiche! Si possono infatti lavare (hanno il loro scovolino incluso nella confezione) e riutilizzare per sempre. For evah and evah!
Oppure c’è la versione in bambù, se volete usarle una volta e basta, senza produrre plastica.
Se siamo amanti dello shopping, portare dietro una responsible bag è una cosa intelligente da fare. Non prendono spazio e sono sempre utili. Come i sacchi per infilare i costumi bagnati che esistono di ogni forma, grandezza e colore.
Usare creme solari o repellenti per insetti biodegradabili
Questa è un’informazione che ho saputo solo di recente. La crema solare protettiva, se non è quella giusta, danneggia l’ecosistema marino. È sempre bene comprarne una che sia totalmente biodegradabile: farà bene a noi e al mare. Ce ne sono tantissime e personalmente ho provato quelle di Caudalie, una marca che uso tanto e con la quale mi trovo sempre bene.
Lo stesso discorso vale per la crema repellenti per gli insetti.
Leggi anche: Prendersi cura della pelle in viaggio
Igiene personale e il viaggio sostenibile
E per l’igiene personale, come la mettiamo?
Si può fare tanto, anche in questo settore. Invece di portare barattoli di plastica, si possono usare gli shampoo solidi che sono comodi, biodegradabili, ecologici, leggeri e sono trasportabili anche nel bagaglio a mano.
La stessa cosa vale per tutti gli altri detergenti per l’igiene personale, incluso il dentifricio. Ho usato la prima volta il dentifricio solido di LUSH ed è utilissimo, soprattutto perché molto leggero e non produce spazzatura (non c’è il tubetto!).
Spazzolino da denti in bambù: lo uso da una vita e non vi è alcuna differenza con l’omonimo in plastica. Se non che, dopo che ha fatto il suo corso, lo smaltisco nell’umido e non nella plastica. Sono ecologici, efficaci e biodegradabili.
Come vedete non bisogna fare delle rinunce incredibili per avere un minore impatto ambientale. Basta pensare a quello che si fa ed essere accorti. Avete altri consigli da dare? Voi che fate per essere dei viaggiatori responsabili?
📌 Ti è piaciuto questo post? Salvalo su Pinterest
Questo articolo è stato letto 3745 volte!
Grazie di avermi ospitata, è stato un onore e un piacere. Speriamo che questi consigli (si tratta più che altro di buon senso in realtà) siano utili per viaggiare in maniera diversa!
Grazie a te di aver voluto condividere tutti questi consigli, sai che la penso come te sull’importanza di provare a ridurre il proprio impatto, sia nel quotidiano che quando si viaggia!
Per fortuna leggendo l’articolo ho scoperto di essere sempre abbastanza attenta. Il mio problema principale sono i voli perché quasi sempre li uso per voli lunghi e con scalo quindi quasi mai diretti purtroppo. E devo imparare a usare il dentifricio solido! Ma per il resto credo di essere sulla buona strada! 🙂
Al dentifricio solido io ho trovato un’altra alternativa sempre ecologica, un dentifricio biodegradabile e in pasta, ma che invece che in tubetto è in un vasetto di vetro, perfettamente riciclabile!
generalmente non male come articolo, ma sembra poco ricercato, per esempio i label di turismo sostenibile/responsabile sono altamente questionabili, noi abbiamo aderito a deiversi, li abbiamo lasciati tutti perche oltre ad incassare, non hanno fatto nulla. Bastava compilare il modulo online, mandare qualche copia di documento e pagare, mai visto nessuno controllarci da queste onlus dei label. Soldi sprecati davvero, ma fanno (forse) buona immagine al cliente viaggiatore.
Il commento sui elefanti è inadeguato, solo in alcuni paesi/stabilimenti vengono mal trattati, in Nepal (dove siamo ed operiamo) gli elefanti non vengono usati per lavori pesanti, non vengono catturati elefanti selvaggi. Sarebbe meglio ivece di condannare tutti, precisare un po di più e anche che ci sono anche alternative, come le passeggiate con i pachiderma..
Tuttava ogni articolo a favore di un turismo più equo, sostenibile, responsabile è sempre un passo positivo, grazie per quello!
Ciao, grazie di aver dedicato del tempo a leggere questo articolo. Vorrei precisare però alcune cose. La prima è che l’articolo, come ho scritto all’inizio, non vuole essere un testo completo e assoluto sulla sostenibilità in viaggio (che è un argomento tanto complesso e vasto), ma solo un primo articolo in cui dare una lista di consigli utili a chi vuole iniziare a ragionare sulla riduzione del proprio impatto ambientale.
Certamente poi quando si scelgono prodotti, aziende o agenzie che vantano riconoscimenti di ecosostenibilità è importante assicurarsi di sceglierne di serie. Il fatto che la vostra agenzia abbia avuto esperienze negative in merito non significa che non esistano riconoscimenti validi. Anzi, ce ne sono eccome e per ottenerli occorre rispettare determinati standard. Non è che magari la vostra agenzia non li rispetta?
Anche perchè un’agenzia che propone esperienze di interazione con animali selvatici di sicuro NON è un’agenzia che opera con veri standard di sostenibilità. Va bene tutto, ma per favore informatevi meglio prima di dire cose sbagliate e pericolose. Tutti gli animali selvatici coinvolti in esperienze di interazione con l’uomo sono animali maltrattati. Sempre. Quindi no, non accetto che mi si dica che il commento sugli elefanti in questo articolo è inadeguato. Anzi, è molto inadeguato il vostro commento, in cui un’agenzia che propone passeggiate con gli elefanti viene a dire che quello non è un maltrattamento degli animali!
Anche perchè faccio notare che se gli elefanti selvatici non venissero catturati, non ce ne sarebbero abbastanza a disposizione per le vostre attività. Inoltre sia le “passeggiare con i pachiderma” sia le altre attività che comportano interazione con l’uomo sono enormi fonti di stress per gli animali, che per di più vengono comunque maltrattati per renderli docili in presenza dei turisti. Come se in natura gli elefanti portassero la gente in groppa o avessero bisogno di aiuto per lavarsi col fango!
Ciao Navyo Eller, sono l’autrice dell’articolo. Innanzitutto ti ringrazio di averlo letto, ma vorrei precisare due cose: 1) da utente non ho idea se i protocolli per l’ottenimento delle etichette che ho citato siano seguiti o meno, o se, come sostieni, basti pagare. Se così fosse, sarebbe molto grave e in Italia (non so dove vivi tu) ha un nome preciso: si chiama truffa. Quindi, se sei così sicuro di quello che dici, invece di lanciare sospetti su un commento, dovresti rivolgerti all’autorità giudiziaria e sporgere denuncia. Altrimenti, sembra che si porti acqua al proprio mulino, invece di fare informazione. Il punto numero 2) mi sta più a cuore: le “passeggiate con i pachiderma” come dici tu, non sono affatto innocue, come sostieni: come ben sai, gli elefanti sono animali selvaggi che per essere abituati a portare turisti sulla schiena, devono essere addestrati. Come si addestra un elefante a piegarsi sulle ginocchia per far salire i turisti, a non spaventarsi di fronte a predatori, a girare, voltare, camminare quando gli viene ordinato? Viene addestrato con simpatici bastoni uncinati o con le catene alle zampe. Ecco, le passeggiate con i pachiderma non sono così etiche come sostieni. Non è detto che se non svolgono lavori pesanti, gli elefanti siano trattati bene. Anche nei circhi non svolgono lavori pesanti, ma sappiamo tutti come vengono addestrati. E quindi, perdonami il papiro, ma un commento del genere da uno che sostiene che gli elefanti non siano maltrattati in determinate circostanze, non è affatto credibile. Come quelli che acquistano le pellicce sostenendo che “tanto gli animali erano già morti”: ecco, il tuo commento per me ha la stessa valenza. Saluti.
Dopo aver letto l’articolo mi rendo conto che faccio ancora troppo poco per viaggiare davvero in maniera sostenibile. A parte i prodotti per l’igiene personale, la borraccia e usare i mezzi pubblici anziché prendere l’auto, la strada è ancora tanta. INtanto cerco di mettere in pratica alcuni dei consigli dati.
Anche io mi rendo conto che purtroppo non faccio abbastanza. Purtroppo non è semplicissimo riuscire a ridurre davvero il proprio impatto quando si viaggia, ma penso sia importante prenderne almeno consapevolezza e iniziare dalle cose più alla nostra portata!